a cura di Alfredo Martini
pubblicato su “Il Gazzettino” del 22 maggio 2021
Tra i luoghi che più di altri stanno subendo duramente gli effetti economici della pandemia non vi sono solo le città d’arte come Venezia, ma anche le aree montane e balneari. Tra queste il litorale della provincia di Venezia.
Si tratta come ormai è noto da anni di un territorio dove si concentra la più alta presenza di turisti all’anno. Da Grado a Jesolo il mare e il suo entroterra sono meta di milioni di turisti provenienti da tutto il mondo. All’interno di questa lunga lingua costiera vi è San Michele al Tagliamento.
A guidare il Comune è Pasqualino Codognotto, al suo secondo mandato di sindaco e coordinatore dal 2016 della Conferenza dei sindaci del Litorale, organismo iscritto all’albo della Regione Veneto.
«Il nostro territorio è al centro di una competizione globale, così che per affrontare e vincere la sfida diventa essenziale fare squadra e organizzarsi intorno ai nostri comuni interessi. Una sfida che è anche ambientale, volta a salvaguardare quel che abbiamo di più prezioso: le nostre spiagge. Un patrimonio che oggi è a rischio per effetto dei cambiamenti climatici che sono all’origine dell’erosione e della crescita dei livelli del mare, obbligandoci a trovare soluzioni sempre nuove e a dover investire, garantendo allo stesso tempo livelli di servizi sempre più a misura delle nuove esigenze. Uno scenario destinato ancora a cambiare alla luce della diffusione del Covid. È con questa consapevolezza e dalla necessità di riuscire ad interloquire in misura efficace con lo Stato e con le istituzioni che abbiamo creato a livello nazionale il nostro G20, che riunisce i 20 comuni con le spiagge a maggiore presenza turistica in Italia. Un’associazione nazionale che di fatto è l’organismo di rappresentanza dell’economia balneare».
Quali sono i vostri obiettivi?
«Al primo posto vi è la rivendicazione dello Status di Città turistica balneare, ovvero il riconoscimento di problematiche ed esigenze specificatamente legate alla nostra conformazione geografica a cui si lega un’economia con caratteristiche esclusive che come tali debbono essere affrontate. All’origine vi è una sottovalutazione dimensionale. Veniamo infatti considerati centri minori, anche se in estate registriamo una popolazione e quindi una domanda di servizi da vera e propria città media. Uno dei nodi da sciogliere riguarda la stagionalità. San Michele al Tagliamento con Bibione ospita anche 200mila persone in un solo giorno, contro una popolazione fuori stagione di 12mila residenti. Ci battiamo perché questa situazione sia alla base di una legislazione specifica, a cui legare politiche e scelte finanziarie conseguenti. Abbiamo bisogno di interlocutori consapevoli e attenti al valore economico che le 20 spiagge e i comuni che le gestiscono danno all’economia dell’Italia».
Come state affrontando gli effetti drammatici della pandemia?
«Non possiamo certo nascondere che stiamo vivendo un momento allo stesso tempo straordinario e terribile: lacrime e sangue. E anche quest’anno non sarà una stagione buona. Nel 2020 abbiamo lavorato al 50%. E molte delle nostre attività sono rimaste escluse dagli aiuti. E l’erosione continua ad avanzare. Salvaguardare le nostre spiagge, il nostro oro bianco, vuol dire garantire ogni anno un’attrattività che vale milioni di turisti: 6 milioni ciascuno a Bibione, Cavallino e Jesolo, 4 milioni a Eraclea e a Caorle, solo per citare alcune delle spiagge maggiori. Questo sistema economico stagionale ha una ricaduta rilevante sull’intero territorio dell’area metropolitana di Venezia che purtroppo sconta ancora una scarsa interconnessione. Vi è un’esigenza fisica di potenziamento delle infrastrutture, ma anche politica in grado di affermare un metodo di lavoro basato sulla condivisione, sul confronto e sul dialogo costante. Così se è cresciuta la consapevolezza dei problemi e sul piano culturale del valore della sostenibilità e dell’interazione tra paesaggi, territori ed economie, ancora si scontano ritardi rilevanti sul fronte della collaborazione tra i diversi livelli amministrativi, tra comuni, città metropolitana, Regione e Stato. È essenziale che si affermi un metodo che metta al centro il superamento delle diversità ideologiche e di schieramento politico. Nel caso di Venezia resta ancora insufficiente una consapevole valorizzazione dell’area del litorale. Prima della pandemia, avevamo manifestato, in sede di Città metropolitana, una disponibilità a trovare soluzioni in grado di alleggerire l’eccessivo peso turistico che gravava su Venezia. E ci stavamo attrezzando con nuove proposte volte ad allungare la stagione».
Proposte che immagino abbiano come obiettivo la valorizzazione del paesaggio naturale così come una capacità di proporre un utilizzo di qualità anche delle strutture e del patrimonio immobiliare.
«Un punto fermo che va sottolineato riguarda il modo in cui si è costruito negli ultimi anni, puntando su una qualità che era mancata nel periodo precedente in seguito alla prima stagione del Piano casa, quando non si era guardato al contesto urbano, con degli insediamenti e degli interventi che hanno creato danni e problemi, andando ad impattare sulla qualità complessiva della vita collettiva, che oggi persistono. Per fortuna si tratta di casi sporadici. Oggi si sono affermati nuovi modelli che non solo tengono conto del contesto paesaggistico e delle relazioni con il contesto, ma hanno come obiettivo aumentare la sua fruibilità in una logica di sostenibilità e di rispetto dell’ambiente. Un elemento importante, nella prospettiva di una estensione temporanea dell’offerta turistica, è oggi rappresentato dalle terme, le quali contribuiscono a svolgere una funzione di collegamento tra la stagione estiva e quelle primaverili e autunnali. Questo diverso modo di guardare al territorio, che va oltre il mare e la spiaggia, ha significato una crescita anche in termini di nuove attività soprattutto nel settore dei servizi. Una particolare attenzione viene prestata alla sostenibilità non solo ambientale ma anche sociale, collegata all’accessibilità. Da un lato una rete sempre più ampia di piste ciclabili, dall’altro un’attenzione alla salute e al benessere degli utenti, a cominciare dall’iniziativa Respira il mare, collegata al divieto di fumare in spiaggia, che ha riscosso un enorme successo. L’altro progetto che ha prodotto effetti inattesi e che sta caratterizzando la nostra offerta turistica è Village4all, la città per tutti, che punta a favorire al massimo l’accesso e la mobilità delle persone disabili e con problemi motori. Un messaggio che diventa un fattore di promozione turistica».